di Robeto Mele (ilmetapontino.it)
L'incontro è stato moderato dal
presidente Francesco Lattarulo, che ha lanciato tre proposte
all'amministrazione comunale: l'approvazione dell'anagrafe pubblica degli
eletti, uno strumento che persegue, senza alcun onere per il bilancio, la
massima trasparenza, la valorizzazione, la partecipazione e il controllo, da
parte dei cittadini, sull’attività Comunale; l'adozione della “Carta di Pisa”,
un codice etico, messo a punto dall'Associazione “Avviso Pubblico” (la rete
nazionale degli enti locali per la formazione civile contro le mafie) per gli
amministratori pubblici che intendono rafforzare la trasparenza e la legalità
nella pubblica amministrazione, in particolare contro la corruzione e
l'infiltrazione mafiosa e infine la dedica di una nuova via a Peppino
Impastato, giovane siciliano ucciso dalla mafia nel 1978 per aver denunziato le
attività di Cosa Nostra dai microfoni della mitica e originale “Radio Aut” di
Cinisi, da cui la web-radio policorese ha preso il nome.
L'assessore
al Turismo, Sport e Spettacolo Massimiliano Padula, che ha partecipato
all'incontro in rappresentanza dell'amministrazione comunale di Policoro si è
reso disponibile a recepire e farsi portavoce delle proposte nella prossima
riunione di maggioranza. Poi ha dichiarato che “un tema come la legalità
riguarda e accomuna quasi esclusivamente la nostra generazione” e ha spiegato
che “in questo primo anno di amministrazione si è dovuti partire da zero in
tutti gli ambiti della vita amministrativa mettendo le basi, cambiando la
predisposizione e l'approccio di gestione della cosa pubblica senza cadere in
logiche di illegalità, che hanno portato al fallimento della politica”.
“È
importante che siano i giovani ad essere protagonisti di questo tipo di iniziative
sulla legalità” ha dichiarato Anna Maria Palermo, la referente regionale
di “Libera Basilicata”. “È fondamentale fare un lavoro di trasparenza ed è
fondamentale fare queste iniziative e cioè provare a chiedersi che cosa
possiamo fare noi cittadini per metterci in gioco e cambiare le cose?
L'antimafia sociale – ha continuato la rappresentante di Libera - è anche
quella dei cittadini che si mantengono attivi e attenti, pronti ad intervenire
per arginare alcuni fenomeni. Antimafia vuol dire anche sapere quello che
succede nel nostro territorio e che se ci sono 50 attentati in cinque anni
forse dobbiamo porci un problema”.
Christian
Quintili referente bolognese di Action Italia, che ha anche curato nel
pomeriggio insieme a Nicoletta Riccardi di Bari una bellissima“lezione di
Partecipazione”, focalizzata sulla pratica e gli strumenti di accountability e
democrazia partecipata a disposizione dei cittadini e delle amministrazioni,
che possano garantire una maggiore responsabilità, trasparenza e condivisione nella
gestione della cosa pubblica e nella definizione di politiche locali, ha
spiegato che “è evidente e le ultime elezioni amministrative l'hanno
dimostrato, che in Italia c'è una crisi di democrazia e la risposta da dare
quando la democrazia sta male è più democrazia, altrimenti si può cadere di
nuovo nell'autoritarismo se non cambiamo rotta”. “Bisogna ripartire quindi – ha
concluso Quintili - dalla trasparenza totale delle pubbliche amministrazioni,
poi in seguito viene la formazione civica dei cittadini e forse se non
sbagliamo niente tra vent'anni avremo una democrazia che starà leggermente
meglio”.
“Sono uno
dei ragazzi del 92' perché avevo 20 anni e quello per me fu il cambiamento
radicale con la dimensione della quotidianità, che veniva stravolta”, ha
dichiarato infine Marcello Ravveduto, storico dell'evoluzione delle mafie,
collaboratore del Dipartimento di Studi Umanistici presso l’Università di
Salerno nonché giornalista, scrittore e Presidente dell'Associazione antiracket
Coordinamento Libero Grassi. “Nel tempo ho avuto la fortuna – ha continuato lo
scrittore - di dare un contributo al movimento antimafia attraverso la mia
professione. Noi siamo un po' fermi a rimuginare su quegli anni perché non
siamo in grado di superare il 900'. Siamo ancora ex di qualcosa, appartenenti a
qualcuno o a qualche mentalità, siamo ancora quelli che pensano che non è
possibile cambiare. Siamo gli uomini e le donne della retorica e abbiamo
trasformato le parole trasparenza, partecipazione e legalità in slogan che non applichiamo.
L'Italia è il paese delle mafie e delle stragi, ma questo è anche il paese
dell'antimafia e delle vittime del terrorismo. Non possiamo giocare sulla
storia civile del nostro paese. Quando noi parliamo di “legalità 2.0” - ha
spiegato il professore - parliamo di una nuova legalità perché nella
legalità del 900' c'era il nazismo, cioè Hitler andò al potere con le elezioni.
In questo Paese c'è stato un governo che ha fatto una legge, quindi legale, che
si chiama scudo fiscale, che non è una cosa legittima. Infatti nell'articolo 54
della costituzione si dice che l'amministratore pubblico deve svolgere il suo
mandato con disciplina ed onore. Noi siamo diventati senza volerlo il paese più
neoliberista del mondo e abbiamo permesso con il nostro neoliberismo di far
radicare le mafie, perché ha determinato la finanziarizzazione dei mercati
senza trasparenza. I capitali mafiosi non si bloccano se la legge
antiriciclaggio italiana, la migliore del mondo, vale solo in Italia e perché
nella dimensione globalizzata non c'è una regola di legalità, di trasparenza e
partecipazione. Le mafie si sono radicate al nord già dagli anni 60' – ha
concluso Ravveduto - perché lì hanno trovato una famosa zona grigia, che
pensavamo che stava solo al sud, formata da imprenditori disponibili insieme a
colletti bianchi. L'amministratore pubblico per quanto sia trasparente non ha
nessun potere di cambiare se si ritrova un dirigente, che è quello che firma le
carte, amico del boss locale. I politici da soli non possono fare niente e infatti
il giudice Scarpinato non parla più di mafia, ma di “sistemi criminali”. Ci
sono tantissimi dirigenti della pubblica amministrazione, che gestiscono i
rapporti con i clan mafiosi e i politici non sono in grado di rimuoverli e
farli fare il programma che loro hanno dichiarato ai cittadini”.
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